Arceria -il contesto storico

ARCERIA STORICA

Nonostante l’arceria sportiva nelle sue diverse forme sia diffusa un po’ ovunque in Italia, non sono molte, al contrario, le associazioni che hanno sviluppato seriamente una disciplina che permetta di provare cosa significava per i nostri antenati tirare con l’arco, sia in guerra che per procurarsi il cibo ma anche per divertimento.

 

L’Arcieria antica e’ la pratica del tiro con l’arco utilizzando tecniche, archi e frecce del passato ricostruiti sulla base di ricerche effettuate per mezzo dell’analisi di reperti archeologici, fonti storiche ed iconografiche.

La Ricerca e la Sperimentazione

 

Per poter comprendere e praticare l’Arcieria Antica,il punto di partenza è la ricerca e lo studio delle fonti archeologiche, storiche ed iconografiche.

Solo in questo modo è possibile ricostruire manufatti il più possibile simili a quelli che venivano utilizzati in passato, nei materiali, nelle forme e tecniche di lavorazione.

Il passo successivo è la sperimentazione che ci mette in condizione di capire il funzionamento, le prestazioni e le problematiche relative.

Ricostruire ed utilizzare archi e frecce antichi, diventa quindi un’avventura che ci riporta indietro nel tempo.

 

 

 

 

I LEGNI PER L’ARCO

ricerca storica

Si ritiene che gli archi usati in Italia tra i secoli XIII e XIV fossero essenzialmente di tipo semplice, cioè archi in legno.
Per essere utile alla fabbricazione di archi da tiro, un legno dovrebbe riassumere una serie di caratteristiche meccaniche ideali che consentono all’attrezzo di immagazzinare energia e restituirla con efficacia sulla freccia. Un’altra caratteristica essenziale è quella dell’affidabilità, ovvero della durata nel tempo delle prestazioni e dell’integrità dell’arma. Negli archi di tipo composito il problema è stato risolto con l’assemblaggio di materiali organici diversi di origine sia vegetale che animale, nel quale ogni elemento occupa una precisa posizione a seconda del tipo di sollecitazione che è maggiormente in grado di tollerare: compressione per il corno, trazione per il tendine.

Quando il materiale è uno solo, come negli archi semplici in legno, questo dovrà tollerare nel contempo forze diametralmente opposte. Millenni di sperimentazioni precedenti al periodo esaminato avevano portato gli artigiani europei a selezionare i materiali più idonei tra quelli disponibili in relazione alle tecniche e agli usi per cui l’attrezzo veniva costruito. La maggior parte delle specie documentate dagli antichi autori sono piccoli alberi o arbusti. Tutte le documentazioni, nonché i reperti archeologici concordano che gli archi in legno europei venivano ricavati da piccoli fusti, tronchetti o grossi rami e non da alberi ad alto fusto. Questo dato rientra perfettamente nella logica di un’economia tradizionale in cui il rapporto tra costi e benefici di una qualsiasi attività presenta margini molto ristretti di convenienza.

L’abbattimento, la sfrondatura e il taglio in parti trasportabili di un grande albero sul ripido pendio di una montagna rappresenta un duro lavoro per un boscaiolo armato di un’ascia di ferro. Spaccare e trasportare sino ad un centro artigianale alcune tonnellate di legname verde era un’impresa non indifferente che richiedeva uomini e animali da soma in quantità.

Oltre a ciò dobbiamo tenere presente che in una economia medievale l’autarchia prevale nettamente sullo scambio e ogni comunità dispone di un quantitativo limitato di risorse sul proprio territorio. Poiché un grande albero come un olmo o un frassino può impiagare anche un secolo per formare una massa legnosa atta a ricavare assi o travi da impiegare in lavori essenziali come il carreggio, la carpenteria navale o la fabbricazione di parti di mulini e gualchiere, è certamente preferibile utilizzare per uno strumento di limitate dimensioni come l’arco piccoli alberi che danno legno dalle pregevoli qualità meccaniche ma in piccole quantità.